L'Italia si trova attualmente ad affrontare una sfida importante nella gestione dei Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (RAEE), una categoria di rifiuti in rapida crescita che richiede particolare attenzione. Il volume di questi rifiuti aumenta di anno in anno, spinto dalla crescente digitalizzazione della società e dall'accelerazione dei cicli di sostituzione dei dispositivi elettronici. La gestione efficace dei RAEE rappresenta non solo un obbligo normativo, ma anche un'opportunità strategica per il recupero di materie prime preziose e la riduzione dell'impatto ambientale. Nonostante i progressi degli ultimi anni, il nostro paese deve ancora colmare un significativo divario rispetto agli obiettivi europei e alle performance dei paesi più virtuosi del continente. Il sistema di smaltimento dei rifiuti RAEE italiano ha mostrato miglioramenti costanti, ma permane una disparità territoriale nella capacità di raccolta e trattamento, con regioni del Nord che raggiungono tassi di raccolta nettamente superiori rispetto a quelle del Centro-Sud.
Le statistiche più recenti indicano un tasso di raccolta che, sebbene in crescita, rimane al di sotto del target fissato dall'Unione Europea del 65% del peso medio delle apparecchiature immesse sul mercato nei tre anni precedenti. Le tendenze future del settore sono legate all'implementazione del principio dell'economia circolare, che mira a massimizzare il recupero di materiali e a minimizzare gli sprechi, trasformando i rifiuti in risorse. Le innovazioni tecnologiche nel trattamento dei RAEE e l'evoluzione normativa, con la direttiva europea sull'ecodesign che promuove la progettazione di prodotti più facilmente riparabili e riciclabili, stanno plasmando il futuro del settore. Al contempo, sta crescendo la consapevolezza tra i consumatori riguardo all'importanza del corretto conferimento dei RAEE, elemento essenziale per aumentare i tassi di raccolta e, di conseguenza, di riciclo. La transizione verso una gestione più efficiente dei RAEE richiederà uno sforzo congiunto da parte delle istituzioni, delle imprese e dei cittadini, con l'obiettivo di trasformare questa sfida in un'opportunità di sviluppo sostenibile per il paese.
La situazione attuale del riciclo RAEE in Italia
Il panorama del riciclo RAEE in Italia presenta luci e ombre, con progressi significativi ma anche sfide ancora da superare. Secondo il Rapporto Annuale del Centro di Coordinamento RAEE, nel 2023 l'Italia ha raccolto circa 343.000 tonnellate di RAEE, con un tasso di raccolta che si attesta intorno al 39% rispetto al peso delle apparecchiature elettriche ed elettroniche immesse sul mercato. Questo dato, sebbene rappresenti un incremento rispetto agli anni precedenti, rimane significativamente al di sotto dell'obiettivo del 65% fissato dall'Unione Europea per il 2019. La distanza dagli obiettivi comunitari evidenzia la necessità di intensificare gli sforzi per migliorare le performance del sistema italiano.
La raccolta pro capite nazionale si attesta su una media di circa 5,8 kg per abitante, con notevoli disparità territoriali: mentre le regioni del Nord come Valle d'Aosta, Trentino-Alto Adige e Lombardia superano gli 8 kg per abitante, molte regioni del Sud faticano a raggiungere i 4 kg per abitante. Questa frammentazione geografica rappresenta una delle principali criticità del sistema italiano di gestione dei RAEE.
Il professor Roberto Morabito, direttore del Dipartimento Sostenibilità dei Sistemi Produttivi e Territoriali dell'ENEA, sottolinea che "il divario tra Nord e Sud nel riciclo dei RAEE riflette problematiche strutturali nella distribuzione degli impianti di trattamento e nella sensibilizzazione dei cittadini, aspetti su cui è necessario intervenire con politiche mirate."
Quanto all'efficienza del trattamento, i dati sono più incoraggianti: il tasso di recupero dei materiali dai RAEE trattati in Italia supera l'80%, con punte di eccellenza per alcune categorie come i grandi elettrodomestici (R2) e le apparecchiature informatiche (R4), dove si raggiungono percentuali superiori al 90%. Questi risultati collocano l'Italia tra i paesi europei con le migliori performance in termini di efficienza del trattamento, a fronte di una raccolta ancora insufficiente.
Un caso studio particolarmente rilevante è quello della regione Emilia-Romagna, che ha implementato un sistema integrato di raccolta che coinvolge attivamente la grande distribuzione, i centri di raccolta comunali e i rivenditori. Questo approccio ha permesso di raggiungere tassi di raccolta superiori alla media nazionale, dimostrando l'efficacia di un sistema capillare e ben coordinato.
Normativa e obiettivi europei sul riciclo dei RAEE
Il quadro normativo che regola la gestione dei RAEE in Italia è principalmente derivato dalle direttive europee, recepite e adattate al contesto nazionale. L'evoluzione legislativa in questo ambito riflette la crescente importanza attribuita alla gestione sostenibile dei rifiuti elettronici, considerati una priorità sia per le implicazioni ambientali che per il recupero di materiali preziosi.
L'Italia, come evidenziato nella precedente sezione, è ancora lontana dal raggiungimento di questi obiettivi, con un tasso di raccolta che si attesta intorno al 39%. Questo divario rappresenta una sfida significativa per il sistema italiano, che richiede interventi strutturali per allinearsi agli standard europei.
Un ulteriore elemento normativo rilevante è rappresentato dal recente Regolamento UE sull'ecodesign, che promuove la progettazione di prodotti elettronici più facilmente riparabili e riciclabili. Questa evoluzione normativa sposta l'attenzione dalle fasi finali del ciclo di vita (raccolta e trattamento) alla fase di progettazione, in linea con i principi dell'economia circolare.
La dottoressa Silvia Grandi, responsabile della divisione economia circolare del Ministero dell'Ambiente, afferma che "la normativa europea rappresenta un potente stimolo per migliorare le performance nazionali, ma richiede un adeguamento delle infrastrutture e dei sistemi di raccolta, oltre a una maggiore sensibilizzazione dei cittadini."
In termini comparativi, l'Italia si colloca in una posizione intermedia rispetto agli altri paesi europei: mentre nazioni come Svezia, Danimarca e Finlandia hanno già superato gli obiettivi europei con tassi di raccolta superiori al 65%, altri paesi, principalmente dell'Europa meridionale e orientale, presentano performance simili o inferiori a quelle italiane.
Un caso emblematico di successo è rappresentato dall'Austria, che ha implementato un sistema di raccolta capillare e una politica di incentivi che ha permesso di raggiungere un tasso di raccolta superiore al 70%. Il confronto con questi modelli virtuosi può fornire spunti preziosi per il miglioramento del sistema italiano.
Classificazione e tipologie di RAEE
La comprensione delle diverse categorie di RAEE è fondamentale per analizzare correttamente i dati sulla raccolta e il riciclo. La normativa italiana, in linea con quella europea, classifica i RAEE in cinque raggruppamenti, ciascuno con caratteristiche specifiche e sfide peculiari nel processo di trattamento.
Il Raggruppamento R1 comprende apparecchiature refrigeranti come frigoriferi, condizionatori e congelatori. Questi dispositivi contengono gas refrigeranti che, se non adeguatamente trattati, possono causare gravi danni ambientali. Nel 2023, questa categoria ha registrato una raccolta di circa 77.000 tonnellate in Italia, con un tasso di riciclo che supera l'85% grazie a tecnologie avanzate che permettono il recupero sicuro dei gas e dei materiali.
Il Raggruppamento R2 include i grandi elettrodomestici come lavatrici, lavastoviglie e forni. Con circa 120.000 tonnellate raccolte nel 2023, rappresenta la categoria più consistente in termini di peso. Il tasso di riciclo per questa categoria raggiunge punte del 95%, grazie all'elevata presenza di metalli facilmente recuperabili.
Il Raggruppamento R3 comprende TV e monitor, dispositivi che contengono componenti come tubi catodici o schermi LCD che richiedono trattamenti specifici. Nel 2023 sono state raccolte circa 52.000 tonnellate di questi dispositivi, con un tasso di riciclo dell'80%, sebbene la complessità dei materiali presenti renda più difficoltoso il recupero completo.
Il Raggruppamento R4 include piccoli elettrodomestici, informatica, elettronica di consumo e apparecchi di illuminazione. Questa categoria, estremamente eterogenea, ha registrato una raccolta di circa 81.000 tonnellate nel 2023. Il tasso di riciclo varia notevolmente in funzione della tipologia di dispositivo, con una media dell'85%.
Infine, il Raggruppamento R5 comprende le sorgenti luminose, come lampade a risparmio energetico e LED. Si tratta della categoria meno consistente in termini di peso, con circa 2.600 tonnellate raccolte nel 2023, ma particolarmente critica per la presenza di sostanze pericolose come il mercurio. Il tasso di riciclo si attesta intorno al 90%.
L'ingegner Marco Sala, direttore tecnico di un importante impianto di trattamento RAEE, evidenzia che "la diversificazione dei RAEE richiede tecnologie di trattamento specifiche per ciascuna categoria, con investimenti significativi per garantire elevati tassi di recupero e minimizzare l'impatto ambientale."
Un'analisi comparativa delle performance di raccolta per le diverse categorie mostra che i raggruppamenti R1 e R2, caratterizzati da dispositivi di grandi dimensioni, registrano i migliori risultati, mentre le categorie R4 e R5, che includono dispositivi più piccoli, presentano maggiori criticità nella fase di raccolta. Questa disparità riflette la maggiore difficoltà nel sensibilizzare i cittadini sull'importanza di conferire correttamente anche i piccoli dispositivi elettronici, spesso smaltiti erroneamente nei rifiuti indifferenziati.
Infrastrutture e tecnologie per il trattamento dei RAEE
La capacità di riciclo dei RAEE in Italia è strettamente correlata alla qualità e alla capillarità delle infrastrutture di raccolta e trattamento. Il sistema italiano si basa su una rete di oltre 4.000 centri di raccolta comunali, integrati da punti di conferimento presso i rivenditori di apparecchiature elettriche ed elettroniche, in applicazione del principio "uno contro uno" (obbligo di ritiro gratuito al momento dell'acquisto di un nuovo prodotto equivalente) e "uno contro zero" (obbligo di ritiro gratuito dei piccoli RAEE senza acquisto).
Questa rete di raccolta, sebbene in espansione, presenta ancora significative disparità territoriali: mentre nelle regioni del Nord si registra una densità media di un centro di raccolta ogni 12.000 abitanti, nelle regioni del Sud questo rapporto scende a uno ogni 25.000 abitanti. Questa distribuzione disomogenea contribuisce alle disparità nei tassi di raccolta precedentemente evidenziate.
Quanto agli impianti di trattamento, l'Italia dispone di circa 60 strutture autorizzate, con una concentrazione significativa nelle regioni settentrionali. Questi impianti utilizzano tecnologie sempre più avanzate per massimizzare il recupero di materiali preziosi come rame, alluminio, ferro, plastica e metalli rari, minimizzando al contempo l'impatto ambientale del processo.
Un esempio di eccellenza tecnologica è rappresentato dall'impianto di Bozen Waste Management a Bolzano, che ha implementato un sistema di trattamento integrato capace di recuperare oltre il 95% dei materiali dai RAEE processati. L'impianto utilizza una combinazione di processi meccanici e manuali per la separazione dei componenti, seguiti da trattamenti specifici per ciascuna frazione di materiale.
Il professor Luigi Morselli dell'Università di Bologna, esperto di tecnologie di riciclo, sottolinea che "le tecnologie di trattamento dei RAEE sono in costante evoluzione, con un'attenzione crescente al recupero di materiali critici come le terre rare, essenziali per l'industria high-tech e per la transizione energetica."
Un'innovazione significativa nel settore è rappresentata dalle tecnologie di urban mining, che considerano i RAEE come una miniera urbana da cui estrarre materiali preziosi. Un chilogrammo di schede elettroniche può contenere fino a 250 grammi di rame, 16 grammi di stagno, 2 grammi di argento e 0,5 grammi di oro, con concentrazioni spesso superiori a quelle dei minerali grezzi.
Il confronto con altri paesi europei evidenzia alcune eccellenze italiane nel campo delle tecnologie di trattamento, ma anche un ritardo nell'implementazione di sistemi avanzati di raccolta, come i reverse vending machine diffusi nei paesi scandinavi, che incentivano il conferimento corretto dei piccoli RAEE attraverso sistemi di premialità.
Sfide e ostacoli al raggiungimento degli obiettivi di riciclo
Nonostante i progressi registrati negli ultimi anni, il sistema italiano di gestione dei RAEE deve affrontare diverse sfide strutturali per allinearsi agli obiettivi europei. La prima e più evidente criticità è rappresentata dal divario tra i tassi di raccolta attualmente registrati (39%) e l'obiettivo del 65% fissato dall'Unione Europea. Questo gap di oltre 25 punti percentuali richiede interventi significativi a diversi livelli.
Una delle principali problematiche è rappresentata dai flussi paralleli non tracciati di RAEE, che sfuggono al sistema ufficiale di raccolta. Secondo le stime dell'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), circa il 30% dei RAEE generati in Italia viene gestito attraverso canali non ufficiali, con conseguenze negative sia in termini ambientali che economici.
Il fenomeno dell'esportazione illegale di RAEE verso paesi in via di sviluppo, dove vengono trattati con tecnologie inadeguate e in condizioni dannose per l'ambiente e la salute, rappresenta un'ulteriore criticità. Secondo il rapporto "Waste Crime Alert" di Legambiente, ogni anno migliaia di tonnellate di RAEE italiani varcano illegalmente i confini nazionali, principalmente con destinazione Africa e Asia.
Il dottor Fabrizio Camusi, ricercatore presso l'ISPRA, evidenzia che "la lotta contro i flussi paralleli e l'esportazione illegale richiede un rafforzamento dei controlli e sanzioni più severe, ma anche una maggiore trasparenza e tracciabilità lungo tutta la filiera dei RAEE."
Un altro ostacolo significativo è rappresentato dalla scarsa consapevolezza dei cittadini riguardo all'importanza del corretto conferimento dei RAEE. Un sondaggio condotto dall'Istituto Piepoli nel 2023 ha rivelato che il 40% degli italiani non sa dove conferire correttamente i piccoli dispositivi elettronici, mentre il 25% li getta erroneamente nei rifiuti indifferenziati.
A livello infrastrutturale, permangono criticità nella distribuzione territoriale dei centri di raccolta e degli impianti di trattamento, con una concentrazione nelle regioni settentrionali che penalizza il Centro-Sud. Questa disparità è aggravata dalla complessità burocratica che rallenta la realizzazione di nuovi impianti e l'ammodernamento di quelli esistenti.
Un confronto con il sistema tedesco, considerato tra i più efficienti in Europa, evidenzia come la Germania abbia superato problematiche simili attraverso l'implementazione di un sistema capillare di raccolta, campagne di sensibilizzazione mirate e incentivi economici per i cittadini e le imprese che conferiscono correttamente i RAEE.
La dottoressa Maria Teresa Cirelli, direttrice del Centro di Coordinamento RAEE, sottolinea che "il raggiungimento degli obiettivi europei richiede un approccio integrato che coinvolga tutti gli attori della filiera, dalle istituzioni ai produttori, dai distributori ai cittadini, in uno sforzo collettivo per superare le attuali criticità."
Benefici economici e ambientali del riciclo RAEE
Il corretto riciclo dei RAEE genera molteplici benefici, sia in termini ambientali che economici, configurandosi come un elemento chiave nella transizione verso un'economia più circolare e sostenibile. Dal punto di vista ambientale, il recupero dei materiali contenuti nei RAEE riduce significativamente l'impatto delle attività estrattive necessarie per l'approvvigionamento di materie prime vergini. Secondo uno studio dell'Università di Milano-Bicocca, il riciclo di una tonnellata di RAEE permette di evitare l'emissione di circa 2 tonnellate di CO₂ equivalente e di risparmiare circa 3.000 litri di acqua rispetto all'utilizzo di materie prime vergini.
Particolarmente rilevante è il recupero dei metalli preziosi e delle terre rare contenuti nei dispositivi elettronici. Un rapporto dell'Agenzia Internazionale per l'Energia (IEA) evidenzia come i RAEE rappresentino una fonte strategica di materiali critici per la transizione energetica: un tonnellata di smartphone contiene una concentrazione di oro 50 volte superiore a quella di una tonnellata di minerale grezzo, oltre a quantità significative di rame, argento, palladio e terre rare essenziali per le tecnologie green.
Il professor Maurizio Peruzzini, direttore del Dipartimento di Scienze Chimiche e Tecnologie dei Materiali del CNR, sottolinea che "il recupero efficiente dei materiali critici dai RAEE rappresenta non solo un beneficio ambientale, ma anche una questione di sicurezza strategica per l'Europa, riducendo la dipendenza da importazioni da paesi terzi."
Dal punto di vista economico, il settore del riciclo RAEE in Italia genera un valore aggiunto stimato in circa 300 milioni di euro annui e occupa direttamente oltre 4.000 addetti, con un indotto significativo. Secondo le proiezioni della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, il raggiungimento degli obiettivi europei di raccolta potrebbe generare ulteriori 3.000 posti di lavoro nel settore e un incremento del valore aggiunto di 200 milioni di euro.
Un caso studio emblematico è rappresentato dall'azienda italiana Relight, specializzata nel recupero di terre rare dai RAEE, che ha sviluppato tecnologie innovative che consentono di recuperare oltre il 90% dei materiali critici contenuti nei dispositivi elettronici. Questo esempio dimostra come l'innovazione nel settore possa generare eccellenze industriali e nuove opportunità economiche.
Il confronto con paesi come la Svezia, dove il sistema di riciclo RAEE ha raggiunto livelli di eccellenza, evidenzia come un approccio integrato alla gestione di questi rifiuti possa generare benefici diffusi: in Svezia, il recupero efficiente dei materiali dai RAEE contribuisce a ridurre del 20% la dipendenza del paese dalle importazioni di materie prime critiche, con benefici economici stimati in 150 milioni di euro annui.
Iniziative di sensibilizzazione e coinvolgimento dei cittadini
Il successo delle politiche di riciclo dei RAEE dipende in larga misura dalla partecipazione attiva dei cittadini, che devono essere adeguatamente informati e motivati a conferire correttamente questa categoria di rifiuti. Le iniziative di sensibilizzazione rappresentano pertanto un elemento cruciale per migliorare le performance del sistema italiano.
In questo ambito, il Centro di Coordinamento RAEE, in collaborazione con il Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica, ha lanciato nel 2022 la campagna "RAEEcycling", che ha coinvolto oltre 2.000 scuole italiane e raggiunto più di 500.000 studenti con attività educative sui benefici del corretto conferimento dei RAEE. La campagna ha integrato attività didattiche, materiali informativi e concorsi creativi, con l'obiettivo di formare le nuove generazioni a comportamenti più sostenibili.
Un'iniziativa particolarmente innovativa è rappresentata dal progetto "RAEE in carcere", che coinvolge diversi istituti penitenziari italiani nella creazione di laboratori per il disassemblaggio manuale dei RAEE. Il progetto, oltre a generare opportunità di reinserimento sociale per i detenuti, permette un recupero più efficiente di componenti e materiali, con tassi di riciclo superiori alla media nazionale.
La professoressa Giuliana Bonello dell'Università di Torino, esperta di comunicazione ambientale, sottolinea che "la sensibilizzazione sui RAEE deve integrare informazioni pratiche sul dove e come conferire questi rifiuti con messaggi che evidenzino i benefici ambientali ed economici del riciclo, utilizzando linguaggi e canali diversificati per raggiungere target differenti."
Un approccio interessante è quello adottato dal comune di Milano con il progetto "RAEE Mobile", che ha istituito centri di raccolta itineranti che raggiungono a rotazione tutti i quartieri della città, facilitando il conferimento per i cittadini che non hanno facile accesso ai centri di raccolta permanenti. Questa iniziativa ha permesso di incrementare la raccolta di piccoli RAEE del 30% nelle aree coinvolte.
Il confronto con il modello belga, considerato tra i più efficaci in Europa, evidenzia l'importanza di campagne di comunicazione continuative e capillari: in Belgio, l'organizzazione Recupel conduce campagne di sensibilizzazione differenziate per target (scuole, famiglie, professionisti) e utilizza strumenti di comunicazione innovativi come app interattive e giochi educativi, contribuendo a raggiungere un tasso di raccolta dei RAEE superiore al 70%.
La dottoressa Elena Battellino, responsabile comunicazione dell'Associazione Nazionale Produttori Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche, evidenzia che "il coinvolgimento dei cittadini richiede non solo informazione, ma anche motivazione: è necessario rendere il conferimento dei RAEE più semplice, accessibile e, quando possibile, incentivato attraverso sistemi premianti."
Bibliografia
- Bongiorno, A. & Ferri, G. (2023). Economia circolare e riciclo dei RAEE: sfide e opportunità per l'Italia. Il Mulino, Bologna.
- Castelli, L., Rossi, M. & Bianchi, P. (2022). La gestione sostenibile dei rifiuti elettronici: aspetti tecnici e normativi. Edizioni Ambiente, Milano.
- Centro di Coordinamento RAEE (2024). Rapporto Annuale 2023 sul sistema di ritiro e trattamento dei RAEE in Italia. Milano.
- Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile (2023). L'economia circolare in Italia: il caso dei RAEE. Edizioni Ambiente, Milano.
- ISPRA (2023). Rapporto Rifiuti Speciali 2023 - Focus RAEE. Roma.
- Morabito, R. & Vinci, G. (2023). Tecnologie innovative per il recupero di materiali critici dai RAEE. Springer Italia, Milano.
- Romano, S. & De Luca, F. (2022). Urban Mining: recuperare valore dai rifiuti elettronici. Franco Angeli, Milano.
FAQ
Quali sono i materiali preziosi recuperabili dai RAEE e qual è il loro valore economico?
I RAEE rappresentano una vera e propria miniera urbana di materiali preziosi e strategici. Tra i principali materiali recuperabili troviamo metalli come rame, alluminio, ferro e acciaio, che costituiscono circa il 60% del peso di un dispositivo elettronico medio. Particolarmente preziosi sono i metalli nobili come oro, argento, palladio e platino, presenti soprattutto nelle schede elettroniche: un tonnellata di schede può contenere fino a 250 grammi di oro, con un valore di mercato che supera i 15.000 euro. Le terre rare (neodimio, disprosio, ittrio, etc.) sono presenti in quantità minori ma hanno un elevato valore strategico, essendo essenziali per la produzione di tecnologie green come turbine eoliche, veicoli elettrici e pannelli fotovoltaici.
In termini economici, secondo uno studio del Politecnico di Milano, il valore complessivo dei materiali recuperabili dai RAEE generati annualmente in Italia supera i 600 milioni di euro. Questo valore è destinato a crescere con l'aumento dei prezzi delle materie prime e lo sviluppo di tecnologie di recupero più efficienti. Il professor Carlo Barbante dell'Università Ca' Foscari di Venezia evidenzia che "il valore dei RAEE non è solo economico ma anche strategico: il recupero di materiali critici riduce la dipendenza da importazioni da paesi terzi, spesso caratterizzati da instabilità geopolitica e problematiche ambientali legate all'estrazione."
È importante sottolineare che il valore economico recuperabile dipende fortemente dall'efficienza delle tecnologie di trattamento e dalla qualità della raccolta differenziata: un conferimento non corretto può danneggiare i componenti e ridurre significativamente la percentuale di materiali recuperabili.
Come posso sapere se un'apparecchiatura elettronica è classificata come RAEE e dove devo conferirla?
Un'apparecchiatura elettronica è classificata come RAEE quando rientra nelle categorie definite dalla normativa e viene dismessa dal proprietario. Il criterio principale è che il dispositivo necessiti di energia elettrica (dalla rete, da batterie o da accumulatori) per funzionare correttamente. Un simbolo specifico, il cassonetto barrato, è presente su tutti i prodotti elettrici ed elettronici immessi sul mercato dopo il 2006 e indica l'obbligo di raccolta separata.
Per quanto riguarda il conferimento, esistono diverse opzioni a disposizione dei cittadini:
- Centri di Raccolta Comunali (isole ecologiche): sono strutture pubbliche dove è possibile conferire gratuitamente i RAEE. Per localizzare il centro più vicino, è possibile consultare il sito del proprio comune o utilizzare l'app "Dove lo butto?" sviluppata dal Centro di Coordinamento RAEE.
- Ritiro "uno contro uno": al momento dell'acquisto di un nuovo dispositivo equivalente, è possibile consegnare gratuitamente il vecchio apparecchio al rivenditore, che ha l'obbligo di ritirarlo. Questo diritto si applica sia negli acquisti in negozio che in quelli online.
- Ritiro "uno contro zero": per i piccoli RAEE (dimensioni inferiori a 25 cm), i negozi con superficie di vendita superiore a 400 mq dedicata agli elettrodomestici hanno l'obbligo di ritirarli gratuitamente anche senza acquisto di nuovi prodotti.
- Servizi di ritiro a domicilio: molti comuni offrono servizi di ritiro a domicilio per i RAEE di grandi dimensioni, generalmente su prenotazione e talvolta a pagamento.
L'ingegner Marco Fiorentini, esperto di gestione dei rifiuti, consiglia di "verificare sempre in anticipo gli orari di apertura dei centri di raccolta e di mantenere integri i RAEE da conferire, evitando di smontarli o danneggiarli, per massimizzare le possibilità di recupero dei materiali."
Quali sono le sanzioni per lo smaltimento non corretto dei RAEE?
Lo smaltimento non corretto dei RAEE è soggetto a un regime sanzionatorio articolato, che può variare in funzione della gravità dell'infrazione e del soggetto che la commette. Per i cittadini privati, l'abbandono di RAEE nell'ambiente o il conferimento nei rifiuti indifferenziati è punito con sanzioni amministrative che variano da 300 a 3.000 euro, come previsto dal Testo Unico Ambientale (D.lgs. 152/2006). In caso di abbandono di rifiuti pericolosi, categoria che include molti tipi di RAEE come frigoriferi, condizionatori e tubi catodici, le sanzioni possono essere aumentate fino al doppio.
Per le imprese e i professionisti, le conseguenze possono essere più severe: lo smaltimento non autorizzato di RAEE è considerato un reato ambientale, punibile con l'arresto da tre mesi a un anno o con ammende da 2.600 a 26.000 euro. In caso di trasporto o smaltimento di ingenti quantitativi di RAEE o di attività organizzate finalizzate al traffico illecito, si può configurare il reato di attività organizzata per il traffico illecito di rifiuti, punibile con la reclusione da uno a sei anni.
La recente introduzione dei delitti contro l'ambiente nel Codice Penale (Legge 68/2015) ha inasprito ulteriormente le sanzioni per i casi più gravi di inquinamento derivante da gestione illecita dei rifiuti.